Le regole di Uno, il gioco di carte: storia del nome e curiosità

Ultimo aggiornamento il 22/09/2020

Intanto una importante novità: in un post su Twitter del 29  gennaio 2019, UNO ha confermato che si può terminare una partita giocando una carta speciale (cambia colore, la +2 o la +4) come potete leggere in questo post in inglese e che traduciamo in italiano. Un utente chiede: Can you win the game with change color/+2/+4 ?? I need that answer! Plss (ovvero: si può vincere una partita con una carta speciale?).

E la risposta ufficale di UNO è: Yes! If a Draw Two or Wild Draw 4 is the last card played, then the next player will still need to pick up those cards to be added to the final counts (ovvero: sì! Se una pesca due o una pesca 4 carte è l’ultima carta giocata l’ultimo giocatore deve comunque poi pescare le carte indicate e sommarle al totale. Potete leggere qui il post ufficiale

le regole di uno

Siete qui perché avete perso le regole di Uno scommettiamo. Oppure non le avete a portata di mano e si è accesa qualche discussione sull’interpretazione di alcune regole. È così? In ogni caso qui potete leggere le regole e potete anche stamparle in formato pdf .

Vi racconteremo poi la storia e delle curiosità del gioco di carte Uno e del perché ha questo nome (nel mondo, non solo in Italia).

Prima di passare alle regole in dettaglio vi confermiamo quanto detto sopra e che genera sempre discussione: ovvero non è possibile scartare come ultima carta una carta speciale (chiamata anche carta azione) e ci riferiamo alle carte “pesca due”, “carta jolly” etc. Non esiste, questa regola non esiste nemmeno nelle regole di Uno ufficiali che sono incluse nella confezione e che sotto troverete da stampare in pdf; anzi vi diremo di più. Le regole ufficiali prevedono che non solo si possano scartare ma addirittura se l’ultima carta giocata fosse una carta Pesca due o Pesca quattro, il giocatore successivo dovrà pescare rispettivamente 2 o 4 carte e queste carte verranno conteggiate per il punteggio ufficiale. E questo è confermato dal post su Twitter di cui vi abbiamo detto sopra

Allora, prima di passare alle regole-uno-da-scaricare-pdf in formato pdf ecco un paio di curiosità sul nome del gioco; come sapete qui ci occupiamo delle parole, del significato delle parole e delle curiosità. Una cosa curiosa è proprio legata al nome del gioco. Molti pensano che il gioco di carte Uno sia italiano per via del nome. In realtà il gioco è stato inventato una cinquantina di anni fa negli Stati Uniti e proprio con il nome Uno (sì, proprio come diciamo noi in Italia e in Spagna) e vediamo ora perché si chiama Uno e non ad esempio “One” (cioè uno in lingua inglese). Questa storia è affascinante. Il gioco si chiama Uno perché i loro inventori nel 1971 (Merle Robbins e suo figlio Ray Robbins) pensavano che questa parola spagnola avesse un bel suono.

Come vedete il gioco è americano, ha una cinquantina d’anni e l’origine del nome è spagnola (sì è vero Uno si dice anche in italiano ma Merle e Ray hanno pensato alla parola spagnola). Nel video che vedrete qui di seguito potrete ascoltare dei giocatori americani che pronunciano proprio la parola Uno per capire proprio come si dice Uno in inglese.

Merle Robbins (nato nel 1912 e morto nel 1984 allìetà di 72 anni) era un barbiere di Redading, nell’Ohio (Stati Uniti d’America appunto). Nel 1971, all’età di 59 anni (bello giocare ancora a quella età e inventarsi le cose eh?) inventò il gioco di carte UNO per risolvere una discussione con suo figlio sulle regole di un altro gioco di carte chiamato Crazy eights. Suo figlio Ray era un famoso insegnante alla Pleasant Hill Elementary School a Milford, Ohio, un sobborgo di Cincinnati.

I primi mazzi di carte originali furono disegnati e realizzati proprio sul tavolo della sala da pranzo della famiglia Robbins con l’aiuto della moglie e la nuora di Merle. Successivamente poi con i loro risparmi (circa 8.000 dollari) fecero realizzati i primi 5.000 mazzi UNO da vendere.

Ma come si è potuti passare dal 5.000 copie vendute a 125 milioni di copie vendute nel mondo? All’inizio, Merle vendeva i suoi mazzi di UNO nel suo negozio di barbiere ma poi Merle vendette i diritti di UNO a Robert Tezak, un proprietario di un’agenzia di pompe funebri che si era appassionato al gioco di UNO di cui era diventato un vero e proprio fan. A quanto ha venduto i diritti? Cinquantamila dollari, più le royalties di 10 centesimi a mazzo venduto.

Tezak decise così di fondare la International Games Inc per commercializzare il gioco di carte UNO e gli uffici, pensate un po’, erano proprio nel retrobottega dell’agenzia di pompe funebri.

Ma torniamo al gioco. Nel 1992, la International Games fu acquisita dalla Mattel (azienda americana anch’essa) e da quel momento il gioco diventò famoso in tutto il mondo (il gioco infatti è presente in 80 paesi tra cui appunto Italia e Spagna, paese quest’ultimo a cui deve il nome appunto il famoso gioco di carte). Mattel ha prodotto numerose varianti del gioco di Uno.

Affascinante questa storia vero? Soprattutto il passaggio dei diritti da Merle al titolare dell’agenzia di pompe funebri. Come vedete è proprio vero ciò che si dice di chi lavora nelle pompe funebri ovvero che hanno uno spiccato senso dell’umorismo (per spirito di sopravvivenza voi direte) e ce lo dimostrano quelli dell’agenzia di pompe funebri Taffo di Roma.

Lo sapevate che il tennista Novak Djokovic, ama giocare ad Uno? Lo fa insieme al suo staff come ha ammesso in questo divertente video.

Ci sono delle evoluzioni interessanti rispetto al gioco di carte di Uno: la Mattel ha rilasciato una interessante versione del gioco che si chiama DOS (appunto due, appunto in spagnolo: ricordate l’origine del nome?) . Il gioco DOS prevede che i giocatori possano creare due pile di carte e potranno lanciare due carte alla volta.

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