creare cruciverba nel 2025

Ultimo aggiornamento il 27/06/2025

(Ok, dovrei dire caos, ma non è la stessa cosa)

Creare cruciverba nel 2025 non è più solo una questione di simmetrie, definizioni ingegnose e vocabolari da consultare.
Oggi il cruciverbista (sì così si chiama chi crea cruciverba) deve rispettare un certo equilibrio: rispettare le regole del gioco classico, ma anche interpretare le evoluzioni culturali e linguistiche di una società sempre più sensibile, veloce e interconnessa.

Chi è il cruciverbista?

Come detto, il cruciverbista secondo diversi dizionari è sia chi crea cruciverba, sia chi li risolve. è un po’ come “ospite” che in realtà è chi ospita qualcuno in casa (questo il primo significato) ma anche chi viene ospitato come spiega Treccani. A proposito, se ti piacciono queste curiosità linguistiche sulle parole italiane con doppio significato leggiti questo articolo che abbiamo scritto.

Inclusività e attenzione al linguaggio

Una delle principali sfide attuali riguarda l’inclusività linguistica. Molti termini un tempo considerati neutri oggi possono risultare inappropriati o offensivi.
Chi crea cruciverba deve quindi riflettere attentamente sul significato e sul contesto delle parole, anche se usate in modo astratto o metaforico.

Parole come “cieco”, “muto”, “zoppo”, che in passato erano comuni nei cruciverba, oggi pongono interrogativi etici e stilistici. In certi casi si scelgono alternative più neutre; in altri, si rinuncia del tutto.

Quando citare un marchio è un problema (ma non sempre)

Un altro tema sottovalutato è quello dei brand commerciali. In molti quotidiani e riviste che accettano inserzioni pubblicitarie, inserire nomi come “Spotify”, “Coca-Cola” o “Red Bull” è sconsigliato o vietato. Già perché il problema del cruciverbista è non cedere alla tentazione; spesso si è costretti a rinunciare a malincuore a una parola perfetta per gli incastri.


Chi lavora per la Settimana Enigmistica, invece, ha maggiore libertà, proprio perché quella testata non accetta pubblicità e quindi non ci sono problemi di sorta, anche se qualche lettore potrebbe fare le pulci qualora venga usato un brand (marchio se preferite) al posto di un altro; ma a proposito di questo, posso garantire che per lo più non c’è la volontà di citare un marchio, semplicemente accade che quel brand si inserisca perfettamente nel cruciverba e sia difficile rinunciarvi.

Molti oggetti, app o marchi sono ormai parole d’uso quotidiano e rappresentano parte del nostro lessico condiviso. Non poterli usare significa limitare l’attualità dei contenuti e dover trovare perifrasi o sinonimi… spesso meno brillanti. TikTok, Instagram sono brand sì, ma ormai fanno parte del linguaggio comune e sono considerate delle commodities.

La geografia e la geopolitica nelle definizioni

Fino a qualche anno fa si poteva definire “Odessa” (Ucraina) come una città portuale affacciata sul Mar Nero, oppure “Teheran” come la capitale dell’Iran. Ma ha senso citarle in questo momento storico? Per qualcuno forse sì, ma per me no. Risolvere un cruciverba per un lettore è un momento di relax; ecco quindi che forse è meglio evitare riferimenti a situazioni che possono incupire. Questo vale per riferimenti geografici e vale anche per nomi di malattie e patologie (mi sono reso conto che questo è uno scrupolo che riguarda solo me, ma penso sia la cosa giusta da fare.)

Sicuramente chi crea cruciverba deve essere un esperto di geografia. E chi lo dice? lo dico io.
Oggi, in un mondo segnato da conflitti e crisi geopolitiche, anche i nomi geografici sono diventati sensibili. Non perché non si possano usare, ma perché il loro significato ha cambiato peso e percezione.
Chi crea cruciverba deve tenerne conto, per rispetto verso i lettori e verso la realtà che cambia.

Le questioni di campanile

Sì hai capito bene, questioni di campanile. Mi riferisco a rivalità locali o regionali, spesso prive di importanza a livello più ampio, simili a quelle che possono nascere tra paesi vicini o quartieri di una stessa città, dove il campanile della chiesa locale assume un valore simbolico di identità e appartenenza.

Ecco che se un cruciverbista deve creare un cruciverba per un giornale del Veneto (o della Sicilia) è preferibile che ci sia una maggiore attenzione alle località geografiche di quell’area. Ma significa quindi che vanno inserite per forza? Non intendo questo, intendo che è preferibile bilanciare e rinunciare a un uso eccessivo di località che non appartengono a quell’area geografica. Se un cruciverba è pubblicato su un quotidiano della Sicilia è più corretto che non ci siano troppe località sulla Lombardia. Uno scrupolo eccessivo? Forse, ma è corretto verso il lettore e l’editore.

Il dilemma dei neologismi e del linguaggio della Gen Z

Ogni generazione ha le sue parole. Ma nel 2025 la distanza linguistica tra generazioni è particolarmente evidente.
Termini come “ghostare”, “triggerato”, “cringe”, “sono diffusi— ma non ancora “ufficiali”. Possono far sorridere i lettori più giovani… o spaesare gli altri. E poi, Santi Numi, dipende dove si trovano questi cruciverba. Se si trovano su un quotidiano (tipicamante non è appannaggio dei più giovani), meglio evitarne l’uso (anche se mi piace pensare che un sessantenne possa chiedere al figlio o al nipote una mano per completare un cruciverba). Diverso se il cruciverba si trova in un’app come Parolama

Per questo, chi crea cruciverba deve spesso scegliere:

  • usare un termine più classico (ma magari meno aderente al mondo attuale),
  • oppure rischiare l’incomprensione per essere più attuale.

Le app mobile permettono maggiore elasticità — il pubblico è variegato e spesso giovane — mentre sui giornali si tende a mantenere un linguaggio più universale come spiegavo poco sopra.

Serve rinnovare anche i verbi (oltre ai vocaboli)

Una difficoltà meno evidente ma reale è quella della ripetizione verbale. Nei cruciverba si usano soprattutto forme all’infinito (es. andare, vedere) o al participio passato (fatto, detto, sparito).
Ma il lessico verbale della lingua italiana è molto più ricco.

Per rendere il gioco più vario e coinvolgente, chi scrive definizioni dovrebbe introdurre anche:

  • forme al presente (scrive, dorme, canta)
  • imperfetti e futuri (giocava, suonerà)
  • composti verbali più articolati (ha parlato, sarà uscito)

Non è semplice, perché occorre bilanciare chiarezza, brevità e musicalità. Ma è una strada da esplorare, anche per rinnovare il linguaggio della griglia.

L’importanza di un correttore di bozze. Anzi, di un proofreader.

No, non mi riferisco agli strumenti automatici che evidenziano i refusi. Parlo di una figura in carne e ossa, essenziale: quella di chi rilegge il cruciverba con occhio critico, che certo può segnalare un errore di battitura, ma soprattutto verifica, controlla, smonta e rimonta. È il filtro umano che capta sfumature, stonature e sottintesi che nessuna macchina può davvero intercettare.
E dev’essere una persona di fiducia, scelta dal cruciverbista, perché entra nella testa dell’autore e ne comprende il tono e l’intenzione.

Dal mio punto di vista, l’ideale è affidarsi a qualcuno molto giovane, magari uno studente delle superiori o dell’università. Perché oggi, nel 2025, creare un cruciverba vuol dire anche intercettare nuovi linguaggi, essere inclusivi, parlare al presente.
Un proofreader giovane restituisce feedback preziosi: spesso chi fa cruciverba continua a rivolgersi (magari senza rendersene conto) a un pubblico di una certa età. Il risultato? Definizioni che citano personaggi televisivi ignoti anche ai millennial, o espressioni che un tempo erano innocue e oggi non si possono proprio più leggere.

La tecnologia come alleata (senza sostituire la mente umana)

Nel 2025, nessun cruciverbista lavora più “solo a mente”.
Oggi esistono software per:

  • creare griglie simmetriche automaticamente,
  • suggerire parole che si incastrano meglio,

Ma si possono creare definizioni con l’intelligenza artificiale? Diciamo che può dare una mano ma non può farle al posto tuo. E perché vi domanderete. Faccio uso dell’intelligenza artificiale ma spesso ha allucinazioni e in altri casi, nonostante il prompt sia chiaro, restituisce definizioni che, nonostante siano in italiano, sono più adatte alla lingua inglese (inglese americano).

Poi certo, è in grado di interrogare siti che riportano definizioni di cruciverba, ma se una definizione non è presente su questi siti (come anche questo sito), allora hai due strade: ti affidi alla tua esperienza oppure devi essere chiaro con le istruzioni (il prompt appunto) e non è detto che l’output sia chiaro, però può essere di aiuto. Per me la tecnologia è sempre stata un aiuto e 20 anni fa si impiegava molto più tempo anche se esistevano già software come cd con dizionari da consultare con stringhe varie per trovare delle parole di cui conoscevi l’esistenza ma di cui non ricordavi il significato, oppure cercare una parola che avesse una determinata combinazione di vocali o consonanti.

Ma l’AI può essere ironica o elegante ad esempio? Io penso che ci si possa arrivare prima o poi, ma per il momento ironia, empatia, essere criptici o fare uso di giochi di parole è ancora appannaggio dell’essere umano: metto alla prova la macchina ma poi penso sempre che preferisco fare da me. La tecnologia aiuta — e molto — ma resta strumento, non autore.fare da me.

Visibilità e vulnerabilità

La figura del cruciverbista è cambiata: oggi non è più solo un nome nascosto tra le righe.
La visibilità sui social (a proposito hai visto il mio canale TikTok con oltre 20.000 iscritti in cui insegno a risolvere rebus?) ha avvicinato il pubblico al mondo enigmistico, ma ha anche reso il creatore più esposto:

  • a critiche fulminee
  • a fraintendimenti
  • a giudizi che arrivano prima ancora della soluzione.

Serve quindi non solo competenza linguistica, ma anche equilibrio emotivo e consapevolezza comunicativa.

Una lingua che cambia, un mestiere che resiste.

Nonostante tutto, creare cruciverba nel 2025 resta una delle professioni più affascinanti per chi ama la lingua.
Un mestiere fatto di rigore e fantasia, solitudine e condivisione, in cui ogni parola pesa, ma ogni definizione può ancora sorprendere.

Una lingua che cambia, un mestiere che resiste

Nonostante tutto, creare cruciverba nel 2025 resta una delle professioni più affascinanti per chi ama la lingua.
Un mestiere fatto di rigore e fantasia, solitudine e condivisione, in cui ogni parola pesa… ma ogni definizione può ancora sorprendere.

E tu?

Sei un appassionato di parole, di enigmistica o di linguaggio? Hai notato termini che ti sembrano “vietati” o fuori moda nei giochi enigmistici?