Frasi famose e aforismi di Giulio Andreotti

Ultimo aggiornamento il 07/05/2013

Di frasi famose, aforismi e citazioni di Giulio Andreotti ne abbiamo viste molte. Abbiamo provato a raccogliere quelle più significative che vi riproponiamo successivamente alla notizia della sua morte. Queste frasi sono state attribuite a Giulio Andreotti ma, se non per alcune, non vi è una documentazione precisa che ne certifica la paternità. In ogni caso queste sono le frasi famose che abbiamo reperito in rete e sul web.

Potete anche vedere qualche immagine con alcune delle sue frasi da condividere su Facebook

  • L’umiltà è una virtù stupenda. Ma non quando si esercita nella dichiarazione dei redditi.
  • Vi è un genere pericoloso di numismatici: i collezionisti di moneta corrente.
  • Ho visto nascere la Prima Repubblica, e forse anche la Seconda. Mi auguro di vedere la Terza.
  • In politica i tempi del sole e della pioggia sono rapidamente cangianti.
  • A parte le guerre puniche, mi viene attribuito veramente tutto.
  • Aveva spiccatissimo il senso della famiglia. Era infatti bigamo ed oltre.
  • La cattiveria dei buoni è pericolosissima.
  • Il potere logora chi non ce l’ha.
  • A parlare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina.
  • Non basta avere ragione: bisogna avere anche qualcuno che te la dia.
  • Ci sono pazzi che credono di essere Napoleone e pazzi che credono di poter risanare le Ferrovie dello Stato.
  • So di essere di media statura, ma… non vedo giganti intorno a me.
  • L’umiltà è una virtù stupenda. Ma non quando si esercita nella dichiarazione dei redditi.
  • Si fa bene a tenere un diario; ed è utile che tanta gente lo sappia.
  • Cosa vorrei sulla mia epigrafe? Data di nascita, data di morte. Punto. Le parole delle epigrafi sono tutte uguali. A leggerle uno si chiede: ma scusate, se sono tutti buoni, dov’è il cimitero dei cattivi?
  • Vorrei campare per vedere anche la beatificazione di Madre Teresa di Calcutta: a differenza di Padre Pio ho avuto il piacere di conoscerla in vita.
  • Di feste in mio onore ne riparleremo quando compirò cent’anni.
  • E dire che noi abbiamo sudato lacrime e sangue per fare la riforma agraria e per dare la terra ai contadini. Invece, oggi vogliono dare il contadino al contadino.
  • In fondo, io sono postumo di me stesso.
  • Chiudo un occhio sui peccati di gola purché non si consumino con troppi generi d’importazione danneggiando la bilancia commerciale.
  • Credo fermamente ai ricorsi storici ed in qualche modo alla immutabilità della subcoscienza collettiva delle città e delle popolazioni.
  • Meglio tirare a campare che tirare le cuoia.
  • Spero di morire il più tardi possibile. Ma se dovessi morire tra un minuto so che nell’aldilà non sarei chiamato a rispondere né di Pecorelli, né della mafia. Di altre cose sì. Ma su questo ho le carte in regola.
  • Se fossi nato in un campo profughi del Libano, forse sarei diventato anch’io un terrorista.
  • Da studente, la lettura dei classici, che di solito si subisce come una tortura, a me piacque molto. È nata forse lì una mia simpatia per Cicerone, che mi portò fino a presiedere un istituto di studi sul grande Arpinate.
  • Sia i miopi che i presbiti, in politica, sono pericolosissimi.
  • Io distinguerei i morali dai moralisti, perché molti di coloro che parlano di etica, a forza di discutere non hanno poi il tempo di praticarla.
  • La lealtà è molto importante, perché quando si sa che di uno ci si può fidare, allora si ha un legame straordinariamente fecondo.

 

 

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