“Fare cappotto” è una di quelle espressioni italiane che, pur nate in un ambito preciso, hanno saputo vestirsi di molti significati. Dal tavolo da gioco ai campi di calcio, fino ai giornali e ai cruciverba, oggi dire “fare cappotto” è un modo colorito per indicare una vittoria schiacciante, totale, senza lasciare scampo all’avversario. Ma da dove arriva davvero questo modo di dire?
Cosa significa “fare cappotto”
Nel linguaggio comune, “fare cappotto” significa vincere su tutta la linea, ottenere un successo completo, senza concedere nulla agli altri.
Si può “fare cappotto” in una partita di carte, quando si vince ogni mano; in una competizione sportiva, quando si conquista tutto il possibile; o in politica, quando un partito ottiene tutti i seggi disponibili in un territorio. A proposito di espressioni mutuate dallo sport, ve ne abbiamo parlato in questo articolo.
Talvolta si usa anche in senso ironico: “oggi ho fatto cappotto a briscola col nonno” – cioè ho vinto tutte le mani senza difficoltà
L’origine dell’espressione
L’origine di “fare cappotto” va cercata nel linguaggio dei giochi di carte. Nell’antico gioco del piquet, in Francia, si diceva faire capot quando un giocatore riusciva a vincere tutte le prese, lasciando l’avversario a mani vuote.
Da lì il termine passò anche all’italiano, dove capot venne riletto come “cappotto”, per somiglianza sonora con l’indumento che copre completamente il corpo.
Il senso è chiaro: chi “fa cappotto” copre tutto, avvolge, non lascia scampo.
Dalla lingua francese al nostro “cappotto”
Il termine francese capot, già attestato nel XVII secolo nel gioco del piquet, deriverebbe dal verbo capoter, che significa “rovesciarsi” o “capovolgersi”. Secondo alcuni studiosi, risalirebbe al provenzale faire capot, con il significato di “perdere completamente”.
In italiano, la parola è stata reinterpretata alla luce del nostro “cappotto”, l’indumento pesante che copre tutto il corpo, creando così un curioso intreccio tra significato figurato e oggetto concreto.
È interessante notare che capoter, in francese, oltre a significare “subire una sconfitta”, viene usato anche per indicare una barca che si rovescia. Un’immagine perfetta di chi, in senso figurato, “fa cappotto”.
“Cappotto” nei cruciverba
Nei cruciverba, la parola cappotto è molto frequente e, come spesso accade, assume significati diversi a seconda del contesto. Ecco alcune definizioni realmente usate o perfettamente plausibili:
- Quello termico è un rivestimento isolante per edifici
- Si indossa d’inverno
- Copre pesantemente
- Lo si lascia all’ingresso
- Si prende per il bavero
- __ termico: riveste e isola un edificio
- Indumento invernale
- Si porta sopra la giacca
- Un risultato che travolge l’avversario
- In gergo si fa quando si vince nettamente
- In edilizia protegge l’edificio da caldo e freddo
- Lo sostituisce il piumino
- Molti lo sostituiscono con un pratico giaccone
- Pesante indumento invernale
- Indumento sostituibile dal piumino
- Viene appeso per il collo
- L’indumento che al giocatore spiace farsi fare
Quest’ultima definizione, “l’indumento che al giocatore spiace farsi fare”, gioca proprio sul doppio senso: da una parte l’indumento, dall’altra la sconfitta totale nei giochi o nello sport.
L’equivalente inglese di “fare cappotto”
In inglese non esiste una traduzione letterale perfetta di “fare cappotto”.
L’espressione più vicina è to make a clean sweep, che significa vincere tutto, senza lasciare nulla agli avversari.
Altre alternative possibili sono to sweep the board (“spazzare via tutto”) o to win hands down (vincere con facilità).
In politica, si può usare to win by a landslide, cioè “vincere a valanga”.
Insomma, anche in inglese si vince… spazzando via tutto.
Dal linguaggio figurato a quello edilizio
Curiosamente, oggi il “cappotto” non è solo una metafora linguistica, o un indumento, ma anche una soluzione nell’edilizia: il cappotto termico è uno strato isolante che riveste gli edifici per proteggerli dal freddo e dal caldo.
Se vuoi farti un’idea di come funziona in pratica, prova a vedere questo esempio dal mondo dell’edilizia.
Curiosità linguistiche sul “cappotto”
L’etimologia di “cappotto” è affascinante perché mostra come una parola possa cambiare significato attraversando i secoli e le lingue. Dall’antico capot francese, al provenzale faire capot, fino al nostro “cappotto”, la parola ha viaggiato dal tavolo da gioco alla vita quotidiana, passando per lo sport e l’edilizia.
È un termine “trasversale”: indica un indumento, una sconfitta, una vittoria totale, un isolamento termico. E, in tutti i casi, qualcosa che “copre tutto”.

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